L’ordinario non porta al successo

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L’ordinario, è stagnazione, prevedibilità e in fine fallimento.

Questo è il fatto! Lo straordinario, l’insolito portano al grande successo. Le persone creative o stranamente ossessionate costituiscono realmente le cause del grande cambiamento nel mondo.

Porre domande standardizzate, rappresenta il metodo peggiore per individuare quelle persone che posseggono talenti particolari, invece, è necessario porre domande fuori dal contesto per comprendere realmente quanto straordinario possa essere un candidato. Questa logica, rappresenta il pensiero di molte persone che hanno avuto successo a livello planetario. In realtà, è stato scoperto che alcuni dei più grandi leader e innovatori mondiali hanno la tendenza a fare domande insolite durante un colloquio.

Qualche esempio? Facciamone cinque!

  1. Oprah Winfrey predilige domandare: “Qual è la tua pratica spirituale?”

Un chiarimento: Oprah non vuole conoscere la religione, bensì la “relazione con se stessi”. Posta ad un candidato, questa domanda permette di scoprire quale sia il suo grado di autovalutazione e il valore che egli stesso si attribuisce. Ha senso, considerando il proprio mantra, in termini di autostima e fiducia in se stessi. Oprah sostiene, che qualora non si creda in questi aspetti nella vita personale, sarà certamente più difficile che questi emergano durante la vita professionale.

  1. Peter Thiel predilige domandare: “Dimmi qualcosa di vero, che nessuno conosce di te.”

Peter Thiel è diventato miliardario grazie ad alcuni investimenti geniali (Facebook) e dal successo riscosso dalla co-fondazione della società PayPal. Parte di questo successo è dovuto alla sua natura contrariante, che si manifesta, ad esempio, nelle forme di incoraggiamento agli studenti intelligenti che intendono lasciare l’università. Pertanto, ha un senso se le persone che collaborano con lui abbiano la stessa mentalità, e la prova è la domanda che pone. Detto da lui stesso, “è una specie di test del pensiero originale, e in qualche modo, riesce a mettere alla prova il coraggio personale nell’affrontare una discussione in un contesto difficile”.

  1. Ashley Morris (CEO Sandwich Shop di Capriotti) predilige domandare: “Che cosa faresti nel caso si verificasse un’apocalissi di zombi?”

Morris è il CEO di Sandwich Shop di Capriotti, una catena di ristoranti di Las Vegas, con più di 100 locali. Si pone la domanda di cui sopra, per comprendere la reazione dell’intervistato sotto pressione.

Dice Morris: “Non esiste la risposta corretta a questa domanda, quindi è interessante conoscere il parere degli altri e comprendere il loro primo pensiero”. La speranza è scoprire chi è realmente la persona e ciò che realmente gli importa, qual è realmente la sua morale, se andrà bene sul piano culturale”.

  1. Karen Davis (Vice Presidente di Hasbro) predilige domandare: “Qual è la tua citazione preferita?”

Davis afferma che non esiste un’unica citazione, e che tutti ne abbiano almeno una. La sua speranza è quella di trovare persone “alla ricerca di fonti di ispirazione. La citazione preferita da Davis, è quella di Martin Luther King Jr: “Parla finché pensino. Parla finché conoscano. Parla finché credano. Parla finché amino. Parla finché sei”.

  1. Holmes (CEO Hootsuite Ryan) predilige domandare: “Qual è il tuo superpotere o spirito animale?”

Hootsuite è stata una società di gestione di social media di successo sin dal suo inizio nel 2008, soprattutto grazie a Holmes. Una delle cose che ricerca in caso si assunzioni, è comprendere come le persone si descrivono, domandando loro quanto la domanda riportata sopra.

Holmes afferma: “Durante il colloquio, ho chiesto alla mia attuale assistente esecutiva quale fosse il suo animale preferito. La risposta è stata una papera, perché le anatre sono tranquille in superficie e diventano selvagge sott’acqua. Penso che questa sia una risposta incredibile e una descrizione perfetta per il ruolo di un’assistente esecutiva. Per la cronaca, lavora con noi da più di un anno e svolge il suo lavoro in modo sorprendente”.

Riassumendo il tutto, la soluzione non consiste nel porre queste cinque domande durante il vostro prossimo colloquio. È più importante, invece, immaginare di quale tipo di persona ha realmente bisogno la vostra azienda, ponendo poi le domande che più vi stanno a cuore.

Probabilmente, esistono domande imprevedibili ma che comunque abbiamo sentito mille volte. Invece, potrebbero essere un tantino (o molto) fuori dagli schemi, con l’intento di sbloccare realmente una persona, e scoprire quali siano le qualità che possiede.

Articolo di Paul Petrone, traduzione a cura di CentoCinquanta srl