La sharing economy sembra un processo inarrestabile, un’indagine interamente incentrata sull’economy condivisa ha provato a prevederne l’impatto finanziario.
Secondo l’istituto londinese PwC l’ecosistema della sharing economy (settori – finanza collaborativa, alloggi tra privati, trasporti tra privati, servizi domestici a richiesta e servizi professionali a richiesta) varrà 570 miliardi di euro entro il 2025, imponendosi nel giro di un decennio come un ambito paradigmatico della nuova economia scalando di venti volte i valori attuali, stimati intorno ai 28 miliardi di euro.
In questo boom, a farla da padrone saranno i micro-imprenditori che forniscono servizi di sharing economy (dalle case su Airbnb ai progetti di CoContest fino ai pasti di Gnammo o ai passaggi in auto di BlaBlaCar). Si prevede, infatti, che porteranno a casa l’85%, ovvero 487 miliardi di Euro entro il 2025.
Secondo la ricerca per affermarsi come mercato di riferimento e incubatore per la sharing economy, l’Europa deve sviluppare un contesto normativo più omogeneo, coordinato e dinamico tra gli stati membri. A tal proposito l’Agenda Europea per la sharing economy della Commissione Ue promuove la revisione da parte di ogni membro della normativa domestica e l’eliminazione di ogni barriera, garantendo la tutela della concorrenza e la protezione dei diritti dei lavoratori e dei consumatori.