Big Data e Business Intelligence

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Cresce il mercato dei Big Data Analytics *, il 43% dei CIO italiani vede la Business Intelligence, i Big Data e gli Analytics come la principale priorità di investimento nel 2018.

Tra le aziende che hanno avviato iniziative, gli obiettivi dei progetti di Big Data Analytics sono stati soprattutto il miglioramento dell’engagement con il cliente (70%), l’incremento delle vendite (68%), la riduzione del time to market (66%), l’ampliamento dell’offerta di nuovi prodotti e servizi e l’ottimizzazione dell’offerta attuale per aumentare i margini (64% ciascuno), la riduzione dei costi (57%) e la ricerca di nuovi mercati (41%).

Tra i risultati effettivamente ottenuti spicca il migliorare l’engagement con il cliente per la totalità delle imprese (il 100% degli intervistati), il 91% ha incrementato le vendite, il 78% ha ridotto il tempo che intercorre fra l’ideazione e commercializzazione del prodotto, il 67% ha ampliato l’offerta di prodotti e servizi, il 73% ha ottimizzato l’offerta per aumentare i margini di guadagno, il 56% ha contenuto i costi e il 38% cercato nuovi mercati. Quasi due su tre ne danno un giudizio positivo: in particolare, il 13% giudica i risultati disruptive, il 21% un grande successo, il 29% un moderato successo, mentre soltanto il 37% ritiene che sia prematuro esprimere una valutazione e nessuna considera un fallimento questo tipo di iniziative.

Tuttavia, il processo di trasformazione delle tradizionali imprese italiane in “big data enterprise” è ancora lungo: soltanto il 17% ha raggiunto un buon livello di maturazione (contro l’8% del 2016), mentre il 26% si trova in una fase di riconfigurazione dei propri processi organizzativi e il 55% è rimasto legato a un modello organizzativo tradizionale, in cui le singole unità di business analizzano i dati di propria competenza senza una visione aziendale complessiva.

Questi sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano nel recente report 2017.

“Il valore del mercato Analytics continua a crescere a ritmi elevati – commenta Carlo Vercellis, Responsabile scientifico dell’Osservatorio -. È il segnale che le grandi imprese ormai conoscono le opportunità offerte dai Big Data e hanno una strategia data driven orientata agli aspetti predittivi e all’automatizzazione di processi e servizi. L’utilizzo dei Big Data Analytics è indispensabile per non rischiare di perdere capacità competitiva: le imprese che negli anni scorsi hanno saputo approfittarne, affiancando all’innovazione tecnologica un modello organizzativo capace di governare il cambiamento, oggi si trovano in portafoglio processi più efficienti, nuovi prodotti e servizi con un ritorno dell’investimento certo e misurabile”.

“Anche le PMI mostrano un diffuso interesse per l’analisi dei dati, con l’utilizzo di strumenti di data visualization e analytics di base, ma anche servizi di supporto alle attività di marketing. Sebbene coprano ancora oggi soltanto il 13% del mercato, la crescita della spesa è un segnale che, seppur più lentamente, si stanno muovendo nella giusta direzione”.

“Questi dati confermano che il mercato dell’offerta è pronto, con soluzioni allo stato dell’arte e competenze di Big Data Analytics crescenti – afferma Alessandro Piva – persiste invece in molti casi un gap nella capacità di internalizzare figure e skill in grado di analizzare i dati e la capacità di sviluppare modelli di governance della datascience maturi”. Tra gli altri freni vengono segnalate la difficoltà nello stimare i benefici dell’investimento o la necessità di investimenti troppo elevati (39%), soprattutto nelle aziende che per la prima volta si approcciano a soluzioni Analytics, e le problematiche di security e privacy (27%).

Quando si tratta di valutare l’investimento in progetti di Big Data Analytics, spesso le PMI trovano difficoltà a stimare i reali benefici, un altro ostacolo è la mancanza di competenze adeguate, difficili da sviluppare internamente. Gli incentivi principali che invece spingono le PMI a investire in questa tipologia di progetti sono la possibilità di cogliere nuove opportunità di business (per tre aziende su cinque), l’esigenza di ottimizzare i processi e rendere più efficaci le campagne di marketing.

Infine i ricercatori hanno approfondito l’indagine valutando la ricerca di nuove professionalità quale fattore di particolare rilevanza. Risulta che circa 3 PMI su 5 che utilizzano o hanno intenzione di utilizzare a breve i Big Data hanno assunto persone specializzate. Si tratta però in larga parte più di esperti di strumenti informatici che di statistica o project management. Questo risultato fa pensare che le piccole o medie imprese, tendenzialmente, non hanno ancora avviato la ricerca di consulenti con un profilo composito in grado di far incontrare conoscenze informatiche, di business e capacità di spiegare le analisi in termini comprensibili ai diversi interlocutori aziendali.

*Il mercato dei Big Data Analytics continua la sua crescita nel 2017, segnando un aumento del 22% e raggiungendo un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro. Le grandi imprese, che si dividono l’87% della spesa complessiva, mentre le Pmi si fermano a una quota del 13%, anche se i loro investimenti aumentano del 18% rispetto allo scorso anno.

Il 42% della spesa per gli Analytics è dedicata ai software (database, strumenti e applicativi per acquisire, visualizzare e analizzare i dati), il 33% ai servizi (personalizzazione dei software, integrazione con sistemi informativi aziendali e riprogettazione dei processi), il 25% alle infrastrutture abilitanti (capacità di calcolo, server e storage ).